Sono figlio del mare siciliano ma vivo a Roma da una vita: ho sempre avuto una passione per la fotografia, a partire dalla Kodak instamatic e dalla Yashica-D 6x6 fino al digitale di quasi tutte le marche...tutte le mie fotografie sono realizzate in modo ingenuo, immediato; danno forma all'esperienza, a un incontro, a un evento in cui inevitabilmente interferivo, invadevo ciò che accadeva davanti all'obiettivo ma non c'era altro modo per documentarlo. Amo la fotografia di viaggio: avventurarsi oltre i confini della propria cultura ci arricchisce di nuove conoscenze, anche a costo talvolta di sacrificare le proprie coordinate morali invece di mantenere un malriposto senso di superiorità culturale. Si cerca di illustrare un mondo mostrando che la realtà ha un pathos e questo pathos è bellezza e, allo stesso tempo, di strappare la maschera inserendo la sua immagine, il suo peso morale ed emotivo: la realtà rappresentata è informazione ma anche il significato di queste informazioni.
L' obiettivo ultimo di queste raccolte sarebbe, in gergo "umanistico", spiegare l'uomo all'uomo ma poiché le fotografie, nello specifico documentaristiche, accertano soltanto, non voglio trasmettere cose belle ma trasmettere verità.
L' obiettivo ultimo di queste raccolte sarebbe, in gergo "umanistico", spiegare l'uomo all'uomo ma poiché le fotografie, nello specifico documentaristiche, accertano soltanto, non voglio trasmettere cose belle ma trasmettere verità.
Conoscere una cosa come bella significa conoscerla necessariamente in maniera sbagliata (F.W.N.)
I am a son of the Sicilian sea but I have lived in Rome for a lifetime: I have always had a passion for photography, starting with the Kodak instamatic and the Yashica-D 6x6 up to the digital of almost all brands ... all my photographs are made in a naive, immediate way; they shape the experience, an encounter, an event in which I inevitably interfered, invaded what was happening in front of the lens but there was no other way to document it. I love travel photography: venturing beyond the boundaries of one's culture enriches us with new knowledge, even at the cost of sometimes sacrificing one's own moral coordinates instead of maintaining a misplaced sense of cultural superiority. We try to illustrate a world by showing that reality has a pathos and this pathos is beauty and, at the same time, to tear the mask by inserting its image, its moral and emotional weight: the represented reality is information but also the meaning of this information.
The ultimate goal of these collections would be, in "humanistic" jargon, to explain man to man but since the photographs, specifically documentary, only ascertain, I do not want to convey beautiful things but to convey truth.
The ultimate goal of these collections would be, in "humanistic" jargon, to explain man to man but since the photographs, specifically documentary, only ascertain, I do not want to convey beautiful things but to convey truth.
Knowing something as beautiful means necessarily knowing it in the wrong way (F.W.N.)